"John F. Kennedy ha detto che nella vita il coraggio è una meravigliosa fusione di trionfo e tragedia... un uomo fa quello che deve... ma è più facile vedere quello che vogliamo vedere piuttosto che cercare la verità, tu pensi di conoscermi ma non è così, questo significa che non sai cosa sono capace di fare, tu mi vedi come una ragazza brillante che ha tutte le risposte, ma non è cosi... forse non sono così responsabile come tutti credono, ma cercherò di migliorare le cose... e quando faccio uno sbaglio, perchè ammettiamolo... capita a tutti... ti prometto che ti chiederò aiuto... non posso farlo da sola... ma se tu mi darai una possibilità, allora insieme potremmo fare grandi cose... ti prometto che se crederai in me troverò il coraggio di realizzare tutti i tuoi sogni... "

-Brooke Davis, "Candidata alla Presidenza" 2x13

lunedì 8 luglio 2013

Quello che le "magre" non dicono.

E' ufficialmente iniziata la bella stagione: l'estate, quella che si aspetta per nove mesi e poi in due e mezzo, massimo tre passa, arriva e se ne va e tu stai ancora a chiederti com'è che ha fatto a sparire ancor prima che potessi abituarti al caldo e all'afa.
E proprio per porre rimedio a questi due miti immancabili della stagione estiva, ovviamente chi può va a trovare refrigerio in spiaggia, dove male che fa se senti la testa che pulsa e il sole che ti frigge la pelle, ti butti in mare e speri di non prendere rare malattie estinte causa acqua poco limpida (se sei di Roma e vai a Ostia, fai il bagno nel prlungamento del Tevere, per esempio!).
Ebbene, quanto appena detto è esattamente ciò che la sottoscritta fa ogni anno, da quando il tempo decide di smetterla di fare l'imbecille. 
Così è stato anche quest'anno: dopo la laurea con lode ottenuta col sudore della fronte, ho dovuto affrontare un'altra ardua prova, quella da cui esco ogni anno -puntualmente- sconfitta: l'immagine di me stessa riflessa allo specchio e...in costume!
Ora, va specificato che sono a dieta da prima di Natale, che ho fatto ogni sport brucia calorie che potesse confacersi al mio inossidabile animo da bradipo in coma (quindi jogging al parco e cyclette come la migliore delle Desperate Housewives) e che tutto ciò ha comportato un buon risultato a livello di ciccia eliminata ma ovviamente sono ancora ben lontana dal poter essere definita "magra".
Dunque la mia faccia davanti alla me riflessa allo specchio va dal: "oh perbacco se sto così quest'anno, l'anno scorso dovevo proprio sembrare piccolo Buddha" al "beh però il Burkini non è una cattiva alternativa al costume tradizionale, quest'anno!" 
Insomma, insoddisfazione quasi normale unita a un bellissimo colorito catarifrangente che fa di me una loser, mi accompagneranno per tutti questi tre mesi di sabbia e creme solari!
Rassegnata al mio ruolo di polpetta con le gambe, mi dico che non fa niente, che all'inizio della stagione nessuna è già abbronzata (tranne le amanti delle Lampados ma a quel punto mi arrendo: non esporrò mai il mio corpo a pericolosi, viola raggi del centro estetico!) e che non sarò l'unica ad avere a pancetta, i fianchi su cui non mi spreco neanche a trovare un aggettivo per descriverli e le coscette di pollo che potrebbero sfamare il Burkina Fasu e avanzare per il pranzo di Natale. Non sarò l'unica "morbida" della spiaggia, quindi metto un bel copricostume, le mie ciabattine fashion, inforco la borsa da spiaggia e vado. 
Non sono poi tanto male, in più ho gli occhi azzurri! (Questa è la carta che gioco sempre quando devo autoconvincermi di essere carina, ndr)
Ma è proprio quando arrivo che tutte le mie sicurezze (labili) e le mie certezze (poche) vengono mortalmente seppellite sotto alla prima duna che si vede all'orizzonte. 
Sì, perchè quello che le magre non dicono è che non appena tu poggierai i tuoi piedini delicati con la french appena fatta sui cocenti granellini di sabbia morbida, loro faranno sentire te, ragazza "morbida" un sarcofago di Nefertiti con tutta la mummia all'interno e se ti dice male, pure la piramide a custodirlo.
Quello che le magre non dicono è che loro, anche con il Burkini farebbero la loro porca figura, perchè hanno un fisico tonico, senza cellulite, col polpaccio tirato anche se indossano infradito e sono fiere e sicure di loro al punto che tu sei indecisa se ficcare la testa nella borsa termica in cui hai messo otto ghiacci sintetici per mantere freschi i due litri d'acqua che ti sei portata dietro (sia mai che non ti idrati proprio sotto al sole!), o chiedere al bagnino se gli dispiace farti portare i lettini su e giù come fa lui per tutto il giorno, con la speranza di raggiungere i livelli delle magre in costume almeno nella prossima vita. 
Io ho gli occhi azzurri, io ho gli occhi azzurri, io ho gli occhi azzurri!
Quello che le magre non dicono poi è, soprattutto, quale trucco o espediente sovrannaturale (e dai, non può essere semplicemente "costituzione"!) usano per arrivare in spiaggia l'8 di Luglio asciutte come le melanzane scolate dall'olio e passate nella carta Scottex, toniche e già abbronzate. Il bello è che se glielo chiedi ti diranno sicuramente quanto segue: "Nooo, ma io non sto a dieta, scherzi? Non ci riuscirei mai, io mangio tutto!", seguito a ruota da: "Nooo, io non vado mai in palestra, io odio quei posti orrendi!". Che poi, diciamocelo: lo sappiamo tutte che non è così e loro vengono smentite immediatamente, quando cioè l'animazione dello stabilimento balneare dove hai deciso di passare una giornata in grazia di Dio, inizia a rompere le palle per fare acquagym-zumba-balli-di-gruppo-gioco-aperitivo-maratona-diNewYork-e-Olimpiadi, giusto per passare il tempo. Ecco, è lì che le vedi: le magre, toniche e dai bikini dai colori inconfondibili (maculati, o rosa, giallo, verde e arancione fluo) sono in prima fila, a sgomitare con l'altra magra che sta loro vicina per accaparrarsi il posto in prima fila che permetta di dar sfoggio del loro fisico e di mostrare a te quanto tu non sarai mai: armoniosa, che va a ritmo, con delle braccia da cui non penzola nulla che ti fa ricordare dei tuoi kili in eccesso e con un costume alla brasiliana che mette in evidenza due chiappe sode da far invidia a Belen.
Sfido chiunque a non chiedere al bambino vicino di ombrellone la paletta per scavare la buca e seppellircisi dentro per la restante giornata!
Io ho gli occhi azzurri, io ho gli occhi azzurri, io ho gli occhi azzurri!
Quello che le magre non dicono, inoltre, è ciò che pensano realmente di te e di loro stesse. Insomma, essendo io una "morbida" (sì, io non sono in sovrappeso, io sono come le Morositas!) mi ritrovo a passare del tempo con persone e amiche che hanno la taglia 40 dall'adolescenza, che mangiano in un giorno ciò che tu, se tutto va bene, mangi in un anno ma senza ingrassare, e quindi ormai riconosco al volo quali sono le loro tecniche di conversazione sull'argomento: "come mi vedo/ti vedi allo specchio". 
Chiedere a una ragazza magra: "sono grassa vero?" equivale a chiedere a tua madre chi è la figlia più bella del mondo. Ti risponderanno sempre e comunque: "ma no, che dici! Tu non sei grassa, la tua è costituzione", oppure: "Hai il bacino largo, mica sei cicciona!" o, la mia preferita: "Sono le ossa che ti pesano di più!"
...Ora, o io ho le ossa di cemento armato, oppure tu -splendida taglia 42- mi stai prendendo per i fondelli e non so perchè, ma ho la netta sensazione che sia la seconda opzione! 
Se io chiedo "sono grassa" è perchè già so di esserlo e voglio sentirmi dire che sì, effettivamente dovrei smetterla di mangiare la cioccolata mentre guardo i film sul divano, prima di andare a dormire e anche che andremo insieme in palestra così potrò vedere come ti fai il mazzo per avere l'addome scolpito, non che "Sto bene così perchè è la mia costituzione", perchè non è affatto vero!
Inoltre, le magre in questione -bellissime eh, io le adoro e le stimo e le invidio pure un pò, figuriamoci!- quando è il loro turno di parlare del loro corpo e tu fai notare quanto effettivamente siano delle strafighe con quel leggins che a te fa sembrare un pneumatico radiale con catene montate in caso di neve, ti guardano spaesate e dicono: "Ma che scherzi? Mio Dio, sono terribilmente grassa! E guarda che cosce che ho, sono talmente grandi che possono far provincia!"
Tu, taglia quarantadue, che non sai neanche di cosa stai parlando, perchè ti ostini a dire queste immense cagate quando sai perfettamente che hai le cosce della dimensione che io non avevo neanche a dieci anni e un ventre talmente piatto e scolpito che ci si potrebbe mangiare una cena di sushi? E' frustrante per noi dover stare a ripeterti che no, hai un fisico perfetto, che il bikini col filo interdentale nel sedere ti sta da Dio, che quel vestito con la schiena scoperta ti valorizza le scapole (che a me iniziano a vedersi adesso, dopo quasi ventisei anni!) e che le zeppe ti slanciano togliendoti almeno una taglia...un'altra!
Insomma, l'estate per chi è "morbida" come le Morositas è un pullulare di complessi sulla pancia che ti fa sembrare incinta di quattro mesi, che si alternano a fasi di depressione acuta data dal calzoncino che ti strizza sulle cosce; un pianto greco sulle braccia da supplì (bbbbono!) e le tette incontenibili, mentre le magre sorridono, non si insabbiano e camminano sui tacchi anche sul bagnasciuga, perchè sono talmente leggere che non lasciano nemmeno il buco del tacco sulla sabbia, mentre tu sembreresti un ippopotamo spiaggiato in una pozzanghera di fango. 
Siamo tonde, con la buccia d'arancia, la pancia morbida e i fianchi più tondi del cerchio di Giotto, è vero e magari il bikini non ci starà mai come quella stronza della pubblicità di Calzedonia che troneggia su tutti i cartelloni pubblicitari della mia città e che si becca ogni volta decine di parolacce da parte della sottoscritta ma c'è una cosa che le magre non dicono e non diranno mai, quando arrivano in spiaggia, al bar dello stabilimento dove tu passerai una giornata a contemplarle: 
"Salve, buongiorno. Vorrei un ombrellone, un lettino e poi visto che non ho fatto colazione stamattina, bombolone alla crema e cappuccino grazie!"
Alla faccia di chi ci vuole male!
Ma dico: avete idea di quanto godimento c'è in un bombolone alla crema?
...Ciao magre!

martedì 18 giugno 2013

Apologia di un cactus.

Io sono un cactus.
Di quelli piccoli, cicciotti e con le spine bianche, che se ne stanno nei vasetti rossicci e non chiedono mai niente a nessuno.
Non so qual è il mio nome scientifico ma so per certo di essere un cactus.
Mi trovo molto bene nelle zone calde, quelle in cui il sole ti sbatte addosso per ore, senza darti tregua e certe volte l'afa ti toglie il respiro; il mio è sempre regolare, anche quando fuori fanno quaranta gradi.
Sono un cactus: una pianta grassa in mezzo a tante altre verdi e rigogoliose piante, che fanno fermare chi le guarda e pensare: "Oh ma quanto è bella la natura!"
Io sono un pò bassa, tarchiata e tonda e a dirla tutta, nemmeno tanto attraente; tra me e una bella kentia da appartamento, tu sceglieresti sempre e comunque la seconda e io come posso darti torto?
Tutti scelgono le cose belle e appariscenti, anche se io sono autosufficiente, non ho bisogno di attenzioni e cure e posso sopravvivere giorni senza necessitare di nulla. Eppure, sembra che il mio silenzioso sopravvivere senza disturbare non sia apprezzato; si preferisce innaffiare tutti i giorni più volte al giorno una pianta bella, anziché tenerne una con le spine, brutta alla vista ma che non richiede impegno.
Io, a differenza delle altre piante che mi circondano e che hanno successo, non appassisco in estate e non mi spuntano foglie gialle che devono essere staccate, anzi: mi sento più forte perchè sono abituato alle situazioni limite e non mi preoccupo di doverle affrontare da sola.
Il mio aspetto, è vero, non è propriamente invitante e non mi metteresti mai in copertina di una di quelle riviste per la casa, me ne rendo conto: non ho il busto lungo e dritto delle calle, né faccio fiori colorati come le azalee; non sono utile come il basilico e il rosmarino e non ho le dimensioni giuste per stare sul terrazzo come un geranio. Al massimo mi metti al bagno, vicino alla vaschetta del pesce rosso, per dare un tocco di esotico nell'unico posto in cui ci vai solo se strettamente necessario.
Ovviamente, dici ai bambini di stare attenti a me, perchè possono farsi male mentre cercano di capire, incuriositi, come sono fatto e se il verde che vedono al di là delle spine sia simile alle altre piante che conoscono: loro sono ingenui, riescono ad andare anche oltre e sono curiosi di scoprire, ma ai grandi non interessa, loro vogliono solo che nessuno si faccia male.
Come ogni cactus che si rispetta, tendo a stare da sola, pechè non mi piace dividere gli spazi: ce le vedi due piante grasse che si accavallano gli aculei?
Ho le spine per proteggermi; tengo lontano quasi tutti per difendere me stessa; non mi importa se nessuno mi vuole, mi ripeto che è perchè nessuno ne è all'altezza. In realtà uso gli aculei solo per non far avvicinare troppo le persone, perchè so che poi se glielo lascio fare, loro arriveranno alla mia parte morbida, quella verde che si intravede appena e la maltratteranno al punto che si sbuccerà e ne uscirà il liquido...e farà male, un male cane.
So di non risultare simpatica e so anche che a volte sono un pò burbera, apparentemente possono risultare distaccata e anche con la puzza sotto al naso, sempre sola con i miei aculei; eppure, se mi metti al sole, su un davanzale, riesco a farti compagnia e ad ascoltarti come se stessi scrivendo un diario. Certo, non sono brava coi consigli perchè non so cavarmela con le situazioni che non conosco ma se hai bisogno di sfogarti, io e le mie rotondità saremo ben liete di starti a sentire.
Io sono un cactus e nonostante le altre piante più belle, piene di fiori e di armonia col mondo continuino a ripetermi come fare per risultare irresistibile, credo di andarmi bene così.
Non mi importa se nessuno mi capisce, non mi interessa se pensano che sia una piantina solitaria e goffa: io so che ci sarà qualcuno che ama le piante grasse, che troverà della bellezza anche solo guardando le spine, l'altezza che forse dovrei chiamare bassezza e il mio vasetto solitario.
Ci sarà e a lui forse lascerò passare la mia barriera difensiva e raggiungerà il mio cuore verde.
Arriverà chi mi capisce...o forse è già arrivato.

lunedì 18 marzo 2013

Quello che so.

Non so che devo pensare. Non lo so se è vero che ci sono dei segnali e se vanno interpretati. Non sono brava in queste cose e anzi, la maggior parte delle volte sbaglio, mi illudo, mi impappino e alla fine ci sto male. 
L'altra parte delle volte, invece, mi faccio dei gran film e poi la realtà è sempre diversa e quando la scopro ci resto di merda. E giusto adesso, mentre sto scrivendo questa cosa, me ne è venuta in mente un'altra e mi sono intristita di nuovo. Perchè forse ho ragione io e gli altri sbagliano su tutto.
Però, se non so interpretare i segnali, sono brava a ricordare quindi posso dire quello che invece "so". 
E allora so che ci sono stati momenti teneri, avvolti in un bozzolo di imbarazzo che sicuramente sarà sempre il più grande ostacolo; so che ci sono stati abbracci più lunghi e significativi del necessario e che sapevano della dolcezza dell'innocenza e di sorrisi tremolanti; so che c'erano le insicurezze che ti intrappolano e ti impediscono di ragionare, nei momenti in cui vorresti essere coraggiosa e fare di tutto ma non riesci a fare proprio nulla, per colpa di quel "e se poi...?" che continua a ronzarti in testa mentre lui ti guarda e tu non sai se muoverti, perchè hai paura che persino respirare possa stravolgere troppo le cose. 
Soprattutto però, so che ci sono state le mani. Quelle due, dannate mani che si sono unite per la prima volta dopo tanti anni, in mezzo alla folla, per paura di perdersi. Probabilmente l'ho sentita solo io ma una piccola scossa elettrica c'è stata. 
Poi c'è stata la mano che ha cercato l'altra mano che sbucava dal braccio, in un improbabile tentativo di camminare vicini; l'altra mano -la mia- si è fatta trovare impreparata però, perchè non si aspettava quel tocco e Dio sa se l'ha gradito. 
Infine ci sono state le mani sul tavolo, legate, intrecciate, che sembravano volerne ancora e che non potevano fare a meno di sfiorarsi, anche se non ce n'era affatto bisogno perchè siamo solo amici e non lo faccio con nessun altro che definisco come tale e perchè eravamo seduti uno di fronte all'altra, con un tavolo a dividerci. So anche che ci sono state chiacchiere e confessioni, sempre con le mani incrociate, una sull'altra, con le dita che giocavano improvvisando lotte che nessuno voleva vincere sul serio e che forse cercavano un modo per parlare più forte di noi, per riuscire a farci stare zitti, a farci smettere di riempire di parole i nostri spazi e ascoltare invece quel loro comunicare stando incrociate. Forse se avessi evitato di raccontarmi, loro avrebbero avuto più coraggio.
Possono le mani essere più espressive del linguaggio? 
So che ci sono stati anche degli abbracci. Lunghi, stretti, voluti. Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentirne il profumo, ma forse ho solo un olfatto difettoso e ho visto più in là di dove dovrei andare veramente. 
Alla fine di tutto, c'è stato anche un cd, il segno materiale di una serie di momenti che hanno composto una serata, che difficilmente sbiadirà nei ricordi della mia memoria. 
E di nuovo, non so se quei gesti, quelle mani, quei sorrisi e quegli sguardi hanno significato qualcosa oppure sono solo un modo carino di esprimere un sentimento che non va più in là di dove è fermo da tempo, e più ci penso, più mi dico che devo smetterla di farlo.
Quello che so è che forse, dovrei farla finita di ragionare sulle cose, perchè tanto la vita non è un film e niente va mai come speri o come tu avevi immaginato (o sperato) che fosse e prima che io stia di nuovo male, è meglio che chiuda il discorso e eviti di sperare di poter imparare a conoscere qualcosa che forse non scoprirò mai.

lunedì 18 febbraio 2013

Quando lo stato di Facebook diventa il lanciafreccie perfetto.

Io amo i social network, davvero. 
Forniscono un sacco di spunti intelligenti per comprendere quanto in realtà la gente sia deficiente. Vago su Facebook praticamente tutti i giorni e tutto il giorno, di tanto in tanto sto anche su Twitter e quindi ne vedo di ogni, tanto che ormai le riconosco al volo: le persone che si sentono superiori e scrivono come stato personale delle frasi che sono CHIARAMENTE riferite a qualcuno col puro intento di criticare e/o prendere in giro e/o pretendendo di essere migliori del resto dell'umanità che ovviamente ai loro occhi conta meno di zero perchè loro conoscono il segreto universale della Creazione, coloro che -a detta dei loro stati- "odiano chi giudica" ma poi non fanno altro da mattina a sera.
Riconoscere queste bellissime persone che parlano attraverso stati di Facebook o Tweet di Twitter è molto semplice, potrei addirittura scriverci un manuale: molto spesso, infatti, si tratta di snob che si dichiarano infastiditi da tutto ciò che è così "noiosamente banale", che si credono costamente al centro dell'attenzione e che affermano di essere lontani anni luce da comportamenti che loro stessi dicono di odiare ma in cui incappano costantemente. Suddetti elementi, che non avranno mai il coraggio di venire da te, bussarti sulla spalletta e dirti: "Bella/o mia/o mi stai sulle palle e a questo punto ritengo sia anche inutile continuare ad averti fra gli amici di Facebook" (come se fosse poi indice di chissà quale amicizia, fra l'altro!), tendono ad aggiornare il loro stato con un mal celato messaggio "cattivo" verso il mal capitato di turno che magari si fa beatamente gli affari suoi e pubblica un video sulla Corea del Sud perche ne ha sentito parlare al telegiornale...eh no! Non va bene, perchè lo snob dei social network si risente se tu, che in realtà nella vita fai tutt'altro e non ti sei mai interessato di Corea del Sud hai pubblicato un link a tal proposito. Come ti permetti di fare una cosa del genere? Tu, piccolo essere insignificante che per lo snob sei la feccia della società, di interessarti di una cosa che non conosci ma a cui hai iniziato a dedicare un pò del tuo tempo, quando lui invece sa anche il nome di tutti i cittadini coreani? Non ti hanno mai detto che informarsi, conoscere e scoprire nuove cose per lo snob è fingere di essere ciò che non si è? Sei un mostro e loro hanno il diritto di giudicarti e scrivere post dementi pensando che tu, che hai condiviso un link sulla Corea del Sud in realtà non capisci a chi è riferito... Cosa credono, che siamo tutti dei ritardati mentali?
Davvero questi signori qui pensano di essere due spanne sopra a tutti? Che poi parliamoci chiaro: quanto realmente le persone che abbiamo fra i contatti dei social network ci conoscono? Quanto sanno di noi, della nostra cultura e di ciò che realmente ci interessa?
A me personalmente è capitato una marea di volte di essere attaccata pensando che io non me ne accorgessi; anche di recente ho dovuto mettere in chiaro che non sono una cretina, che lo faccio benissimo e molto spesso ignoro ma che in realtà mi accorgo di tutto, semplicemente ho cambiato modo di considerare queste persone e se prima mi prendevo il disturbo di far notare al cretino presunto snob di turno che mi ero resa conto che ce l'aveva con me nel suo generico "Gente che..." adesso leggo, rido, scuoto la testa e vado oltre perchè mi sono rotta le scatole anche di litigare. Voglio dire, lui/lei non ha le palle per dirmi le cose come stanno e preferisce nascondersi dietro uno sciocco, insulso, inutile stato di Facebook credendo di essere il Re della Conoscenza assoluta e io devo stare a farmi il sangue amaro per questa gente? Ma neanche per sogno!
Il bello è che la maggior parte delle volte allo snob di turno risponde qualcuno dei suoi simili e si creano esilaranti serie di commenti o retweet in cui i partecipanti non si rendono conto che il contenuto dei loro discorsi è chiaro a tutti. Sarò brutale ma certe volte un vaffanculo ci starebbe proprio bene fra un commento e l'altro, giusto per chiudergli la conversazione e magari per far loro notare che sarebbe più carino parlare chiaro, prendere il soggetto delle loro prese di mira e dirgliene di tutti i colori guardandolo negli occhi o, se proprio non è possibile un faccia a faccia, almeno avere le palle di avviare una chat. Perchè, lasciatevelo dire: non siete snob, niente affatto; siete piuttosto dei poveri imbecilli che si vantano di essere maturi ma in realtà usano i mezzucci dei bambini dell'asilo per esprimere la bassissima personalità di cui siete dotati. Se proprio non puoi fare a meno di comprendere che non sei l'unico ad avere determinati gusti, a conoscere determinate cose, a interessarti a particolari tematiche, perchè non sei Dio, allora abbi almeno la compiacenza di comportarti come dici di essere: da adulto maturo.
Questo discorso credo valga in generale però e non solo per gli aggiornamenti sui social network. Sono cresciuta sentendomi ripetere che quando c'è un problema, o una diversità di opinione o qualcosa che non va, si interpella l'altra parte coinvolta e si cerca di comprendere, nessuno però mi hai mai detto di mettere pubblicamente alla gogna qualcuno su una fottutissima bacheca virtuale. Giudicare e stabilire chi è giusto e chi è sbagliato (e non ho detto cosa ma chi) lasciatelo fare a qualcuno che sta un tantinello al di sopra di voi e rilassatevi: siamo sette milioni di persone al mondo, capita che ogni tanto qualcuno abbia gusti simili o idee concomitanti. E se proprio poi non lo tollerate, allora diteglielo ma non scrivete Tweet o stati di Facebook in cui pensate di essere furbi perchè sparlate senza che nessuno capisca perchè, ripeto, non è così.
Lasciate tirare le freccie a chi ha un arco vero per farlo, altrimenti basta fare un click su "elimina dagli amici" e vi siete tolti il fastidio da sotto gli occhi.
E prima che pensiate male... Questo post è vago e generale e tende ad essere riferito a un utente "x" medio dei social network e a nessuno dei miei "amici" in particolare, altrimenti ci avrei già litigato come è successo in passato XD

domenica 20 gennaio 2013

Lettera a un fidanzato mai nato.

Premessa fondamentale: tutto ciò che troverete scritto qui è frutto di finzione. Semplicemente avevo voglia di essere un pò sdolcinata e ho voluto provare a mettere a nudo l'animo di una ragazza che si innamora. Persone, fatti, luoghi e altro citati qui sono di pura fantasia. Ovviamente il titolo è la parafrasi ironica di "Lettera a un bambino mai nato", capolavoro di Oriana Fallaci.


Ciao P.
Non so neanche io perchè ti sto scrivendo, tra l'altro con la carta un pò ingiallita e una penna biro che probabilmente usavo alle elementari. Le lettere non le scrive più nessuno, lo so ma a me piace restaurare vecchie abitudini che sanno di attesa ed eccitazione. Sono una romanticona in fondo, lo sai. Anche se faccio la cinica e mi difendo col mondo, in fondo ho il cuore debole e mi lascio intenerire dal brivido. 
Forse è proprio questo il motivo per cui mi ritrovo qui, davanti a qualche pagina immacolata, a cercare di non risultare troppo patetica e sperando di riuscire a strapparti un sorriso. Perchè so che, a prescindere da quale sarà la tua reazione alla fine di questa lettera, tu comunque all'inizio sorriderai. E sarà uno di quei sorrisi dolci e gentili, che tu dispensi alla gente senza sapere quanto fanno bene. Quindi spero che anche questa volta, ne riserverai uno per me, come fai sempre quando mi ascolti parlare per ore, o quando ti dico di comperare strambi maglioni dai colori discutibili durante i saldi. 
Ciò che mi ha spinto a decidere di scriverti è che sento di doverti dire i motivi per cui secondo me io sono la ragazza giusta per te, anche se tu ancora non te ne sei accorto. Lo so, non fare quella faccia, con questo colpo di testa rischio di non poterti più avere vicino neanche come amico, perchè sicuramente cambierà tutto dopo ma lo sai che sono una che per prendere una decisione ci mette una vita ma una volta che un'idea le si ficca in testa, non c'è modo di farla andare via. Quindi sono pronta a correre il rischio, perchè se è vero che "chi non risica non rosica", io stavolta voglio rischiare...
Credo che io e te saremmo una coppia perfetta perchè stiamo ore ed ore a parlare di qualunque cosa, passando da un argomento all'altro senza neanche rendercene conto e perdendo completamente il filo da quello principale. Il bello è che nessuno dei due si ferma a farlo notare all'altro e spesso ci ritroviamo a ridere senza neanche sapere il perchè. Sono assolutamente convinta che ridere sia una buonissima premessa per una vita di coppia.
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè hai dei gusti musicali talmente discutibili che non mi basterebbe una vita intera per cercare di portarti sulla retta via. Eppure mi piace così tanto ascoltare i tuoi cd quando siamo in macchina per poi guardarti e dirti: "Dobbiamo rivedere un attimino i tuoi cantanti preferiti, P.!" che non ci rinuncerei per niente al mondo. 
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè conosco i tuoi limiti e tu i miei: sai quali sono le cose che mi danno fastidio e quelle che mi fanno sorridere e, nonostante tu le conosca a memoria, le fai lo stesso, entrambe. Io invece no, perchè sono rispettosa. Non è vero, sono dispettosa e la maggior parte delle volte finisce con te che metti il muso e io che cerco di corromperti a fare pace sfoggiando gli occhioni da cucciola indifesa. Mi piace perchè nonostante tu dica di essere totalmente indifferente, alla fine cedi sempre e mi perdoni.
Credo che io e te saremmo una coppia perfetta perchè a volte mentre ti sto scrivendo un sms, me ne arriva uno tuo con su scritto esattamente quello che ti stavo per mandare io e mi arrabbio perchè mi anticipi i pensieri. 
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè ci piace andare in giro per il mondo, guardare le cose che non conosciamo con gli occhi curiosi di chi le scopre per la prima volta e poi confrontarci su quale sia la città più bella. Alla fine tanto vincerebbe sempre Londra perchè a tutti e due piace quel fascino della nebbia sul Tamigi che scorre silenzioso e lento, la magia dei mercatini dove puoi trovarci di tutto, lo stile elegante e raffinato degli inglesi. E pure perchè ci piace la birra, quella che puoi bere a pochi pounds nei pub della East London mentre tutti e due intoniamo "Blowing Bubbles", visto che quel film ci piace proprio tanto.
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè io ti farei tantissime foto: mentre dormi, quando non mi guardi, quando spunti sulla porta di casa mia con quell'aria imbarazzata di chi è timido e cerca di combattere l'ansia dell'arrivo. Non smetterei mai di farti foto, ne avremmo in ogni momento per non scordarci mai il cammino che abbiamo fatto, giorno dopo giorno. D'altro canto, ho ancora la notra primissima immagine insieme, quando ero solo una ragazzina che sognava ad occhi aperti sotto alla Tour Eiffel. 
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè ti porterei la colazione a letto tutte le mattine, quando devi alzarti presto con il freddo e la neve per iniziare il turno di lavoro. E te la porterei carica di schifezze che solo tu riesci a mangiare già alle otto, perchè ormai sono assuefatta dalla puzza di salsiccia che si mischia al cioccolato e che tu riesci a trangugiare senza problemi.
Credo che saremmo una coppia perfetta perchè mi piace ascoltarti quando parli, anche quando mi infurio perchè sei lento nel raccontarmi quello che ti è successo il giorno prima, anche quando in realtà non dici nulla e ti limiti a riempire il silenzio. Mi piace il modo in cui muovi le labbra per pronunciare le parole e la maggior parte delel volte mi distraggo a guardare la tua bocca, per questo non ascolto ciò che dici.
Io e te saremmo una coppia perfetta, perchè credo di essere quella giusta e perchè sono innamorata di te; perchè voglio strusciare i miei piedi freddi contro le tue gambe nel letto quando fuori piove; perchè voglio usare la tua spazzolina che usi per sistemarti il ciuffo quando l'umidità mi gonfia la frangia e non ho con me il mio pettine.
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè amo perdermi nel tuo abbraccio quando arriva inaspettato; lo fai in un modo così dolce e protettivo che mi fai pensare che il mondo potrebbe cadere in quel momento, a me non succederebbe nulla, perchè ci sei tu che mi tieni. Il tuo profumo mi rilassa, non sa di niente, solo di te e io ormai lo riconoscerei ovunque.
Io e te saremmo una coppia perfetta perchè tu non mi tradiresti mai, perchè sei leale e prima di fare del male a qualcuno ci pensi su duemila volte e poi non lo fai lo stesso, neanche se hai ragione. E io mi fido così tanto di te che sarei disposta a tenerti in mezzo a qualunque donna pronta a tentarti, perchè so che il rispetto è alla base di qualsiasi tuo rapporto e non mi faresti mai del male.
Credo che saremmo una coppia perfetta perchè sappiamo mantenere ognuno gli spazi dell'altro e anche se mi chiedi scusa ogni volta che io ti rispondo al telefono dopo quattrocento chiamate dicendoti che stavo studiando o ero dal parrucchiere, o io ti mando un sms proprio nel momento meno opportuno. So che posso farlo e tu sai che se non ti rispondo subito è perchè sto facendo altro ma avrò sempre tempo per te non appena posso. 
Credo che io e te saremmo una coppia perfetta perchè sei il mio migliore amico e io voglio un compagno che sia soprattutto mio amico, che mi comprenda e con cui posso parlare di qualunque cosa, a cui posso raccontare quanto è stronzo il professore di letteratura francese o quanto era bello il sole al tramonto sulla spiaggia insieme alle mie amiche. Voglio qualcuno che mi dica che sono forte anche se non sono affatto convinta di esserlo; che soffi sulle mie ferite e ci spruzzi un pò di disinfettante, ridendo perchè io frigno perchè brucia; voglio qualcuno che mi offra la sua spalla per poggiarmi quando sono stanca, che mi presti il suo ombrello se piove perchè io non ce l'ho e alla fine si ripari con me, tenendomi stretta e fino adesso lo hai fatto solo tu. 
Credo che io e te saremmo una coppia perfetta perchè non provarci sarebbe da stupidi, perchè so che ti sei accorto di come ti guardo e io ho lo stomaco chiuso ogni volta che i tuoi occhi si poggiano su di me. E non ho paura di perderti perchè anche se le cose ora cambieranno, io so che tu farai in modo che tutto si sistemi.
Credo che io e te saremmo una coppia perfetta perchè sei il pezzetto che mi manca per essere completa e so che solo tu puoi esserlo, perchè nonostante la corrente della mia vita mi abbia trascinata lontano un sacco di volte, tu sei sempre tornato; anzi no, tu non sei mai andato via, sebbene gli scossoni dei terremoti che mi hanno sconvolto l'esistenza mi abbiano spostato il baricentro. Forse, semplicemente perchè sei tu il mio baricentro e io ho bisogno di te come le piante hanno bisogno della luce del sole per poter sopravvivere. 
Lo so, adesso probabilmente avrai gli occhi rossi e ti bruceranno un pò, quindi col tuo fare un pò infantile ne stropiccerai uno, prima di girare il foglio per leggere le ultime strampalate righe di questa lettera.
Mi dispiace averti provocato l'arrossamento delle pupille e mi dispiace anche averti portato via del tempo ma sentivo che questa cosa andava fatta; dovevo dirti che sei importante e che  io sono fiera di aver lasciato che il mio cuore si riempisse di te, perchè non poteva farlo per una persona migliore.
Spero che non ti sentirai offesso da niente di tutto ciò che ho scarabocchiato su questi fogli, in tal caso però aspetto uno dei tuoi messaggi strambi che mi mandi sempre quando ti scrivo cavolate e tu sbotti a ridere nel bel mezzo di una riunione in ufficio. 
Ti voglio bene P., te ne voglio a valanga e te ne vorrò a prescindere da tutto.
Abbi sempre cura di te.
La tua migliore amica,
 S.

martedì 15 gennaio 2013

Non si finisce mai di imparare.

Siamo agli sgoccioli. Mi mancano quattro fottutissimi esami e poi archivierò per sempre la dannata università, aggiungendo alla triennale anche l'inutile specialistica. Sarò Dottoressa, con cognizione di causa, stavolta!
Detto questo, va anche aggiunto che è proprio durante la mia ultima sessione d'esame che sto scoprendo cose che sembrano ovvie ma in realtà sono frutto di lunghi periodi d riflessione studentesca.
Oggi ero in facoltà, per sostenere il tanto temuto esame di Storia e Geografia Linguistica: roba da far paura persino al più secchione dei Nerd; si parla di ricostruzione di una lingua che si parlava prima delle lingue che hanno poi dato vita a quelle parlate oggi; roba che se non ci entri dentro, pensi: "ma che minchiate sto studiando?" (e passatemi il francesismo) e di cui sei profondamente convinta che non ti servirà a nulla nella vita, un pò come la matematica astratta, per intenderci.
Ebbene, nonostante io sia ormai avvezza alle cose bizzarre che succedono in seduta d'esame, visto che vanto un numero spropositato di confronti coi professori, devo ammettere lo stesso che non si finisce mai di imparare da quegli amabili 15-20 minuti di colloquio con chi evidentemente si è scordato di essere stato studente prima di te.
Oggi infatti ho capito che:

-Se sei cinese e/o slava e/o tedesca è meglio che non fai esami di linguistica in italiano. Ci sarà sempre una fricativa o una doppia che ti fregano e tu l'esame non lo passerai mai;
-Se c'è un'eccezione alla regola, scritta in piccolo, nelle note a pié pagina, sicuramente il professore ti chiederà quella e dovrà tirartela fuori con le pinze (Grimm, io ti odio!);
-Se studi imparando il 100%, il 95% di questo non ti servirà a un cavolo perchè ti chiederà due cose e assurde;
-Il culo di avere la domanda facile che ha fatto alla maggioranza dei tuoi colleghi di corso, tu non ce l'avrai mai e ti verranno chieste dimostrazioni di leggi improponibili (vedere punto 2.);
-Il mio professore di Storia e Geografia Linguistica è adorabile (visto che mi ha detto che "sono una mente brillante") ed è ovvio che lui, a differenza di me, sa trovare una spiegazione scientifica a tutti i fenomeni dell'Indoeruopeo continuati nelle lingue storiche, quindi solo per questo merita la mia ammirazione e la mia stima, pure se di voti è un sacco tirchio.


Per fortuna la prima parte di questo esame del cacchio, la cui utilità sfugge ad ogni razionale spiegazione, me la sono tolta; resta la seconda che è sempre un bel calcio sui denti ma ormai sono pronta: prona sui ceci e pronta alla flaggellazione, sperando di poter gridare alla fine dei giochi entro la metà del mese prossimo.
Ah, e se ovviamente vi venisse mai in mente di iscrivervi alla facoltà di lingue dopo il liceo o alla specialistica in lingue e letterature europee e americane beh...fatevi una canna prima di procedere, uscite, prendete una boccata d'aria e cercate di capire se c'è altro nel mondo che potete fare anziché sprecare tempo e soldi all'univeristà, perchè tanto della Prima Legge di Grimm sull'esito delle occlusive Indoeuropeee sue eccezioni non vi resterà nulla, nel corso delal vostra lunga e infelice vita da studenti.
Vado a rifocillare il corpo, perchè il lavoro della mente l'ha consumato!

mercoledì 9 gennaio 2013

Se volevo un amico scrivevo a Maria De Filippi.

Da qualche giorno, due delle mie più care amiche stanno soffrendo per colpa degli uomini. 
Capirai, sai che novità, eh?
C'è una cosa però che accomuna tutte e due e per cui tutte noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sofferto. 
Cosa? E' presto detto: la classica frase "Tu sei meravigliosa, una persona fantastica, non vorrei mai perderti ma forse è meglio se restiamo amici perchè io non sono fatto per un rapporto di coppia."
Roba da far rizzare tutti i peli del corpo, anche quelli in ricrescita dalla ceretta!
C'è una cosa che io non sopporto e che mi fa andare veramente in bestia ed è la mancanza di coraggio nell'assumersi le proprie responsabilità; il volersi nascondere dietro ad un dito soltanto per uscire in modo pulito da una situazione che altrimenti li vedrebbe come i bastardi di turno. 
Non posso far altro che pensare ad un solo aggettivo per descriverli: ipocriti.
Intendiamoci, è successo anche a me di passare dei momenti carini con un ragazzo e poi il giorno dopo scrivergli che non ero convinta di ciò che stava succedendo e che forse era meglio non andare oltre ma non ho mai e dico mai giocato coi sentimenti di nessuno. E non venitemi a raccontare il contrario, perchè sono sicura che quando si tratta di rispetto delle emozioni altrui, noi donne siamo molto più coraggiose, rispettose e delicate dei nostri cari "amici" uomini.
Loro semplicemente si limitano a fare e disfare, seguendo gli istinti del momento, senza pensare troppo se dall'altro capo della relazione, la ragazza potrebbe in qualche modo restarci male. 
Sono persino arrivata a pensare che non lo facciano apposta; loro semplicmente non usano il cervello. Non ci arrivano.
E non lo dico tanto per dire, o perchè mi piace fare la sessista che spara a zero sui poveri maschi, no niente a fatto. Sono ancora quella che crede che, nonostante tutte le divergenze e le diverse modalità di approcciare alla vita, gli uomini e le donne siano indispensabili gli uni alle altre; quello su cui voglio porre l'accento però è come noi ci differenziamo da loro in certe questioni.
Se tu, soggetto testosteronico, ti approcci a me in un determinato modo per un periodo di tempo relativamente lungo e, sempre tu, addirittura ti lasci andare ad effusioni e romanticherie, io donna dotata di cuore e intelletto che se la intendono alla grande, cosa devo forse pensare? Che vuoi restare mio amico o che forse sei interessato ad un aspetto di me che va ben oltre la conoscenza amichevole?
Non ho mai visto nessun mio amico baciarmi sotto le stelle o scambiare con me sguardi di intesa e battutine flirterecce, quindi vi prego illuminatemi: o io non ho mai capito niente dell'amicizia e a questo punto chiedo scusa a tutti i miei amici maschi che non ho mai baciato, o qui forse c'è qualcosa che non va.
Come si può chiedere a qualcuno di restare amici se è palese non si può essere tali neanche in una prossima vita? Perchè l'amicizia non prevede alcun tipo di attrazione, non che io mi ricordi, almeno. 
C'è un confine molto labile tra l'amicizia e qualcosa di più profondo tra un uomo e una donna; un confine che se non si vuole superare resterà sempre ben determinato nella mente dei due soggetti coinvolti ma che se anche per una sola volta viene valicato - con un bacio, un gesto carino che esula dall'amicizia, un'attenzione particolare - allora rimette in discussione tutto e farà sì che tra le due persone coinvolte non possa mai esserci soltanto un rapporto neutrale. 
E' vero, è possibile che delle due persone in questione una  -generalmente la donna, perchè lo dicono anche i sassi, noi siamo quelle più emotivamente predisposte a cascarci- sia più coinvolta dell'altra e che accetti di essere amica con la speranza che prima o poi succeda qualcosa; non è giusto? Forse. 
Il punto è che se una delle due parti non è interessata ad andare oltre ed è invece consapevole che l'altra prova qualcosa di più, allora dovrebbe fare in modo che non succeda mai niente che possa illudere la persona più coinvolta, perchè è più fragile, più esposta, più predisposta a farsi male. 
E non è giusto, cavolo! Non è giusto che debba soffrire per una leggerezza che non è dipesa da lei. 
Lei -intesa come persona generale e non specficatamente "donna"- sarebbe rimasta davvero solo tua amica pur di non perderti mai, ma non puoi chiederle di restare amici dopo che hai permesso che succedesse qualcosa perchè è come se stessi passando una lametta ad un autolesionista: la stai spingendo a farsi del male, dopo averla ilusa. E, a meno che tu non sia un sadico, non puoi provare gusto a vederla soffrire, soprattutto se è vero come dici e cioè che le vuoi bene. 
E poi, santo Cielo, ti costa tanto capirlo? Se lei ti ha baciato, se ha fatto un sacco di kilometri per passare solo un paio di giorni con te, dopo un rapporto che chiaramente non era quello platonico di due amici, non ti vuole come solo amico! Se ne voleva uno, probabilmente avrebbe scritto a Maria De Filippi  per rimediarselo da sola! 
Perchè noi, stupide donne, dobbiamo sempre farci fregare e poi farci liquidare con la scusa dell'amicizia? Perchè, per una volta, non prendiamo il coraggio a due mani e diciamo a questi insensibili e senza cuore che noi, della loro volontà di restarci accanto come amici non ce ne facciamo nulla? 
Perchè se non hanno nemmeno il coraggio di ammettere a loro stessi che forse quel brivido in più lo hanno sentito anche loro, allora come possiamo pensare di farci affidamento come amici?
La risposta è una e semplice: la loro è una scusa. Un modo per non fare gli stronzi a 360 gradi e sentirsi a posto con la coscienza.
"Non l'ho voluta ma l'ho scaricata in modo carino, le ho persino fatto il favore di farla diventare mia amica, è lei che non ha voluto." - E' questo che pensano in realtà, mentre ci scrivono o ci dicono che siamo meravigliose e che quelli sbagliati sono loro. E' vero, sono loro il problema non noi, perchè noi se non siamo interessate, non lo cominciamo neanche, un rapporto!
Inoltre, c'è da considerare anche che in genere i rapporti di amcizia tra un uomo e una donna nascono in maniera diversa da quelli che invece implicitamente nascondono qualcosa di più. Avete mai sentito un amico maschio che passa la notte di Capodanno solo con voi, abbracciato a guardare le stelle? O avete mai visto un amico che promette di saltare in macchina alla prima occasione soltanto per il desiderio di vedervi? Io ho avuto parecchi amici maschi nella mia vita e ci ho diviso un sacco di cose: libri, cd, esperienze e persino una stanza in hotel un paio di volte eppure non l'ho mai visto fare cose assurde solo per farmi contento. Non l'ho mai visto corteggiarmi come se non fossi un'amica. 
Ecco, è questo il concetto chiave: un amico non ti corteggia. 
E allora, care donne, se la persona per cui credete di provare qualcosa vi scarica dicendo però di volervi come amica, è solo una fifona che non prova niente per voi, che non vi vedrà mai come la metà della mela con cui passare il resto dei vostri giorni e voi fareste meglio a fare il fagotto dei vostri sentimenti e orientarli verso qualcun altro. 
Il mondo è pieno di ragazzi che non vi vogliono come amiche tanto per dire ma che farebbero carte false per avervi come le "migliori amiche", come amanti, complici.
Non facciamoci incantare dai loro occhi magnetici, dai loro modi carini e dalle loro frasi smielate, sono delle serpi e noi abbiamo già dato retta a un serpente tanto tempo fa e avete visto cosa è successo.
Non vogliamo un amico, vogliamo un compagno, per cui: testa alta e passiamo oltre! 
All'inizio brucerà un pò, ma poi la ferita diventerà un ricordo che magari vi strapperò un sorriso e voi non avrete perso niente.