"John F. Kennedy ha detto che nella vita il coraggio è una meravigliosa fusione di trionfo e tragedia... un uomo fa quello che deve... ma è più facile vedere quello che vogliamo vedere piuttosto che cercare la verità, tu pensi di conoscermi ma non è così, questo significa che non sai cosa sono capace di fare, tu mi vedi come una ragazza brillante che ha tutte le risposte, ma non è cosi... forse non sono così responsabile come tutti credono, ma cercherò di migliorare le cose... e quando faccio uno sbaglio, perchè ammettiamolo... capita a tutti... ti prometto che ti chiederò aiuto... non posso farlo da sola... ma se tu mi darai una possibilità, allora insieme potremmo fare grandi cose... ti prometto che se crederai in me troverò il coraggio di realizzare tutti i tuoi sogni... "

-Brooke Davis, "Candidata alla Presidenza" 2x13

martedì 18 giugno 2013

Apologia di un cactus.

Io sono un cactus.
Di quelli piccoli, cicciotti e con le spine bianche, che se ne stanno nei vasetti rossicci e non chiedono mai niente a nessuno.
Non so qual è il mio nome scientifico ma so per certo di essere un cactus.
Mi trovo molto bene nelle zone calde, quelle in cui il sole ti sbatte addosso per ore, senza darti tregua e certe volte l'afa ti toglie il respiro; il mio è sempre regolare, anche quando fuori fanno quaranta gradi.
Sono un cactus: una pianta grassa in mezzo a tante altre verdi e rigogoliose piante, che fanno fermare chi le guarda e pensare: "Oh ma quanto è bella la natura!"
Io sono un pò bassa, tarchiata e tonda e a dirla tutta, nemmeno tanto attraente; tra me e una bella kentia da appartamento, tu sceglieresti sempre e comunque la seconda e io come posso darti torto?
Tutti scelgono le cose belle e appariscenti, anche se io sono autosufficiente, non ho bisogno di attenzioni e cure e posso sopravvivere giorni senza necessitare di nulla. Eppure, sembra che il mio silenzioso sopravvivere senza disturbare non sia apprezzato; si preferisce innaffiare tutti i giorni più volte al giorno una pianta bella, anziché tenerne una con le spine, brutta alla vista ma che non richiede impegno.
Io, a differenza delle altre piante che mi circondano e che hanno successo, non appassisco in estate e non mi spuntano foglie gialle che devono essere staccate, anzi: mi sento più forte perchè sono abituato alle situazioni limite e non mi preoccupo di doverle affrontare da sola.
Il mio aspetto, è vero, non è propriamente invitante e non mi metteresti mai in copertina di una di quelle riviste per la casa, me ne rendo conto: non ho il busto lungo e dritto delle calle, né faccio fiori colorati come le azalee; non sono utile come il basilico e il rosmarino e non ho le dimensioni giuste per stare sul terrazzo come un geranio. Al massimo mi metti al bagno, vicino alla vaschetta del pesce rosso, per dare un tocco di esotico nell'unico posto in cui ci vai solo se strettamente necessario.
Ovviamente, dici ai bambini di stare attenti a me, perchè possono farsi male mentre cercano di capire, incuriositi, come sono fatto e se il verde che vedono al di là delle spine sia simile alle altre piante che conoscono: loro sono ingenui, riescono ad andare anche oltre e sono curiosi di scoprire, ma ai grandi non interessa, loro vogliono solo che nessuno si faccia male.
Come ogni cactus che si rispetta, tendo a stare da sola, pechè non mi piace dividere gli spazi: ce le vedi due piante grasse che si accavallano gli aculei?
Ho le spine per proteggermi; tengo lontano quasi tutti per difendere me stessa; non mi importa se nessuno mi vuole, mi ripeto che è perchè nessuno ne è all'altezza. In realtà uso gli aculei solo per non far avvicinare troppo le persone, perchè so che poi se glielo lascio fare, loro arriveranno alla mia parte morbida, quella verde che si intravede appena e la maltratteranno al punto che si sbuccerà e ne uscirà il liquido...e farà male, un male cane.
So di non risultare simpatica e so anche che a volte sono un pò burbera, apparentemente possono risultare distaccata e anche con la puzza sotto al naso, sempre sola con i miei aculei; eppure, se mi metti al sole, su un davanzale, riesco a farti compagnia e ad ascoltarti come se stessi scrivendo un diario. Certo, non sono brava coi consigli perchè non so cavarmela con le situazioni che non conosco ma se hai bisogno di sfogarti, io e le mie rotondità saremo ben liete di starti a sentire.
Io sono un cactus e nonostante le altre piante più belle, piene di fiori e di armonia col mondo continuino a ripetermi come fare per risultare irresistibile, credo di andarmi bene così.
Non mi importa se nessuno mi capisce, non mi interessa se pensano che sia una piantina solitaria e goffa: io so che ci sarà qualcuno che ama le piante grasse, che troverà della bellezza anche solo guardando le spine, l'altezza che forse dovrei chiamare bassezza e il mio vasetto solitario.
Ci sarà e a lui forse lascerò passare la mia barriera difensiva e raggiungerà il mio cuore verde.
Arriverà chi mi capisce...o forse è già arrivato.

3 commenti:

  1. Cin hai scritto delle parole bellissime!
    Sono perfettamente d'accordo con te perché mi rivedo in quello che dici...
    Baci

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  2. Già nostalgica dei tuoi scritti sono passata a leggere questo e beh, mai parole furono più vere e non l'avevo mai pensata in questi termini - in quelli del cactus -, ma tu come sempre mi stupisci.
    Forse dovremmo davvero mettere tutti giù gli aculei e vedere cosa può riservarci la vita.
    Un bacione grande, Pina.

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  3. Pina bella, nonostante mi dicano che copio questa riflessione di oggi è stata il frutto di una pessima giornata!
    Siamo dei cactus bellissimi!!

    Ilaria, sono felice che riesca a vederti in quello che ho scritto...mi sento un pò meno sola :D

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